Il PEN Trieste – Centro del PEN International impegnato nella difesa della libertà di espressione – ha avuto il piacere di presentare presso il Bar VITZs, Viale XX Settembre 23, venerdì 27 novembre 2015 alle ore 18.00 lo scrittore argentino Diego Barreda, in Italia per testimoniare presso la Corte d’Assise di Roma nel processo “Operazione Condor”, il patto che tra il 1976 e il 1983 strinsero le dittature militari di Argentina, Brasile, Uruguay, Perù, Bolivia e Paraguay allo scopo di reprimere, perseguitare ed eliminare gli attivisti di sinistra e quelli impegnati nella lotta per i diritti civili.
Diego
Barreda è stato tra l’altro detenuto per cento giorni nel cosiddetto “Pozzo di
Banfield” e la sua testimonianza è stata decisiva per il riconoscimento di Maria
Victoria Moyano Artigas, nata in quella prigione nell’agosto del 1978,
strappata alla madre e data “in adozione” dal regime alla famiglia di un agente
di polizia. Maria Victoria fu reintegrata nel suo stato civile nel 1987.
La
madre subito dopo il parto incaricò Barreda di raccontare la loro storia con le
parole “Se esci vivo di qua, scriverai la nostra storia o non sarai nessuno”,
cosa che egli ha fatto in un romanzo edito questo novembre in Argentina col
titolo “En el pantano”, con chiaro
riferimento ai lanci in mare di prigionieri morti e vivi da aerei ed
elicotteri, sorte probabilmente toccata anche alla madre di Maria Victoria, desaparecida dopo il parto.
Ex
studente di Cinematografia alle Belle Arti, Barreda nel 1968 lascia gli studi
per la politica e si impiega al Cantiere Navale di Ensenada, vicino a Buenos
Aires, in cui svolge attività sindacale, e viene imprigionato due volte. Dopo
varie vicende, ritorna al Cantiere e adesso svolge attività di volontariato.
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