Friday 2 October 2009

In Memoriam of Luciano Morandini


Luciano Morandini, a poet and a writer, died on September 17, 2009 at the age of 81. He was a member of the PEN Club Trieste since the foundation.

A versatile personality, he was one of the most relevant figures of the after-war period in Friuli. A poet, a writer, a teacher, an columnist, director of many cultural and literary revues, a friend of Pier Paolo Pasolini, a socialist, he was also active in the political life of his region in the first part of his life.

Of himself he said: “I’m a ghost poet. I exist for myself, but I have no interest whatsoever in what others – the critics – write about me.”

In March 2008, in the occasion of his 80th anniversary, his book of poems in Italian and Slovene “Camminando camminando / Iti hoditi “ (ZTT-EST, Trieste) was presented at the Istituto Italiano di Cultura of Ljubljana with the attendance of the well known Slovene poet Ciril Zlobec, his friend of a life, and of the translator Marko Kravos, member of the Slovene PEN and associate of the PEN Club Trieste.

Ciao, Luciano.




Da “Camminando camminando” (Campanotto, 2004 e ZTT-EST, 2008)

All’alba

Se la nebbia svanisse
al centro delle parole
e l’occhio balzasse
oltre le montagne
se facce di mercanti
sprofondassero in riflessi
di vetri frantumati
fili e fiocchi luccicanti
un suono nel bosco
sveglierebbe nascosti amori
oh se la nebbia sparisse
e sgorgasse luce
liberazione d’angeli
sepolti tra mille scorie

Nostalgia d’altra storia

C’era una volta l’amicizia
l’attenzione fraterna
alla reciproca parola
scomparve
e fu sepolta senza corone
rimase la nostalgia
l’eco delle sue parole
nell’antico vicoletto
dove a notte racconta
illuminava un'insegna

Immagine quotidiana

Sporge dalle pagine dei giornali
mutano le pose
mi fa notare
oggi mano al fianco
non grinta o faccia truce
ma di plastica il solito sorriso
e agghindati cloni intorno
obbedienti al divo padre
furbo populista

Da “Voci” (Hammerle, 2008)

Cuore mio schiaffeggiato
tua regola sia la misura
opponi al dolore
l’immagine della vita vera
alla felicità la sapienza
dell’umana storia
rialza il capo a ogni offesa
strenuamente

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Laggiù tra altri mari
forse qualcuno vedrà
la città promessa
mite nei gesti e nelle opere
verrà scorrendo i lustri
il grande giorno
saranno chiuse allora
da uomini sapienti
con serrami di ferro
le terribili porte della guerra

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Per me la sedia più bassa
vicina alla terra
al battito della storia
la più lontana dai troni

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